Ti racconto perché scegliamo questo modello e di alcune barriere culturali affrontate da quando entrambi siamo part-time.
Immaginati questa scena osservata da un uomo sulla trentina.
È martedì mattina e ci troviamo nel centro di una cittadina: un bambino scorrazza felice qua e là finché incontra una signora sulla sessantina. L’espressione della donna cambia e assume i caratteri della preoccupazione: Ti sei perso piccolino? «Dove è la tua mamma?» Il bimbo, non ancora perfettamente verbale, sorride alla donna e fa per scappare via. La signora lo ferma e la sua espressione rasenta il panico: «Nononono! Bimbo, resta qui!» Si guarda intorno disperata alla ricerca della mamma del bimbo. Vede una ragazza e un ragazzo passare a cui chiede: «È vostro?» No. Finché il bambino si divincola e urla: «Papà!» al trentenne che stava osservando la scena sconcertato a pochi metri di distanza dalla donna premurosa. |
Questo fatto è realmente accaduto a mio marito. Io non c’ero perché al lavoro.
E sì, signora mia! Ci sono anche donne che lasciano che i loro figli vengano accuditi dai mariti mentre lavorano…
Magari anche tu, come noi, hai la reazione naturale di reagire con sgomento ma anche sdegno:
Come può questa signora non aver pensato che l’uomo a pochi metri da lei potesse essere il padre del bimbo?
In verità non bisogna prenderla sul personale e anzi dovremmo empatizzare con questa donna con delle convinzioni così forti da modificare la sua visione della realtà.
A ben vedere è una cosa super affascinante, non pensi?
La signora alla ricerca di una mamma percepiva la realtà in maniera selettiva, filtrando tutte le cose che non stava cercando.
Lei voleva trovare una mamma e quindi mio marito proprio non lo vedeva a causa degli stereotipi sedimentati in anni e anni di vita vissuta nella nostra cultura.
Una cultura in cui è considerato normale che un bimbo piccolo in settimana venga accudito da:
una madre
una baby sitter
una maestra d’asilo
una ragazza alla pari
…
Per aiutarti in questo esercizio di empatia verso questa signora:
se ancora non lo conosci, ti invito a guardare il video che ti risulta googlando test attenzione selettiva; il video con diverse persone vestite di bianco e di nero, per intenderci.
Cosa trovi in questo questo articolo:
Il nostro modello famigliare: entrambi i partner che lavorano a tempo parziale
Ma torniamo a noi.
Io e mio marito lavoriamo entrambi part time: io al 70% e lui al 50%.
Sicuramente non è una soluzione ideale per tutte le famiglie.
Mi stupisce comunque che poche famiglie scelgono un modello simile al nostro, visti i benefici che ci porta.
Nel Canton Ticino, la regione svizzera in cui viviamo, entrambi i genitori lavorano part-time solo nel 3.4% dei casi; dati del 2021, per famiglie il cui figlio minore è tra i 0-3 anni [1].
In Italia scelgono questo modello meno del 2.7% delle coppie con figli [2].
I modelli in cui il padre lavora full-time sono scelti da:
E il modello in cui lavora solo l'uomo full-time vien scelto da:
28% delle coppie con i figli minori tra i 0 e i 12 anni nel Canton Ticino, Svizzera (2015-2019) [3]
35% delle coppie con figli in Italia (2018) [2]
Perché abbiamo scelto di lavorare entrambi part-time
Già prima di avere figli ci era chiaro che non avremmo voluto lavorare al 100% ed il motivo principale è il valore che diamo al tempo libero. Alla vita vissuta stando a fare quello che ci va di fare, senza troppe costrizioni.
Bada bene, mi rendo conto che questo sia un lusso che non tutti si possono permettere.
È però importante dire che abbiamo impostato la nostra vita così da poter permetterci di poter lavorare un po’ meno (ma non meno di una famiglia in cui solo uno dei due partner è impiegato al 100%).
Cosa intendo?
Abbiamo adottato uno stile di vita minimalista/ambientalista.
Con anche alcune “rinunce” dal punto di vista delle spese.
Se vuoi avere alcuni esempi leggi la lista qui sotto, altrimenti saltala.
Disclaimer: queste sono “rinunce” in linea con i nostri valori, non vanno bene per tutti, okay?
Se tu avessi un interesse a proseguire su questa strada avrai bisogno di trovare le tue rinunce.
Una sola macchina per la coppia (abbiamo due bici elettriche che rendono comodi tanti degli spostamenti che si farebbero in auto o con i mezzi pubblici)
Pochi viaggi in aeroplano (per ora la media è di due in 7 anni)
No televisione e quindi nessun abbonamento televisivo
Poco hotel o AirBnB bensì scambi casa (homeexchange)
Nessun abbonamento del telefono per me
Biblioteca anziché libreria (per i bimbi)
Kindle anziché libri cartacei (per noi)
Il minimo di vestiti o scarpe
Parentesi: sono curiosissima, penso di avere poche scarpe per la nostra cultura ma non ne sono certa vedendo la lista qui sotto. Tu quante scarpe hai, incluso tutto? Io ho:
2 paia di scarpe da ginnastica dovrei averne solo uno… ho ceduto in un negozio di Amsterdam che vendeva solo barefoot shoes 😉
1 paio di scarpe da trekking
1 paio di Dr. Martens
1 paio di pantofole
1 paio di scarponi
1 paio di sandali
Poche cene o pranzi al ristorante
Pochissima carne
No alcool
…
Può sembrare poco o banale ma sommati assieme tutti questi punti vanno sicuramente a regalarci un 10-20% a testa di riduzione del tempo di lavoro per persona.
Poi è arrivato nostro figlio e…
… BAM!
Un altro super motivo per ridurre il nostro tempo lavorativo.
Da un lato per poter stare con lui e dall’altro per farlo crescere con un modello famigliare in cui entrambi i genitori lavorano fuori e dentro casa. Sradichiamo così uno stereotipo che sappiamo metterebbe radici profonde in nostro figlio.
Ora io lavoro al 70% e mio marito al 50%.
Potremo andare avanti all’infinito così?
Forse, al momento ci siamo stabilizzati e possiamo permetterci di andare avanti così per diversi anni.
Le barriere culturali che dobbiamo affrontare
Sono riuscita ad individuare due aree in cui ci sono delle difficoltà quando si vuole lavorare part-time:
Fuori dal mondo del lavoro
Nel mondo del lavoro
Quindi sempre e comunque 😅
Riguardo al primo punto, ti racconto un ultimo aneddoto che riguarda le barriere culturali che soprattutto mio marito sta affrontando per essere un lavoratore part-time.
Era un pomeriggio di primavera e mio marito si trovava in un parco con nostro figlio che dormiva nel passeggino. Mio marito si era sdraiato sull’erba. Sembrava dormisse. Quello che sembrava un nonno con un nipotino gli passa di fianco dicendo: «Questo signore dev’essere un disoccupato» |
Gulp.
Fine della storia.
Nel mondo del lavoro invece bisogna affrontare i pregiudizi di (potenziali) datori di lavoro, colleghi, capi.
Se ti concedono il part-time, la pena più forte è la carriera mancata:
meno lavori di gestione di squadre
meno lavori di gestione di progetti
meno responsabilità
meno carriera
Io ho un occhio aperto sui bandi di concorso e non ti dico la mia frustrazione nel vedere che ogni posto di lavoro libero è disponibile solo per chi è disposto a lavorare al 100%.
Sono sicura che a me questo accade di più perché mi focalizzo su posti di lavoro nel campo dell'ingegneria meccanica. Di dominio maschile. Gli uomini lavorano al 100%.
Un ultima cosa:
sono fermamente convinta che tutti i lavori si possano svolgere part-time.
Una soluzione si trova sempre.
Tacciami pure di utopia.
Sono pronta.
Sono curiosissima di sentire le riflessioni che ti suscitano questi temi!
Ah, e se hai letto fin qui e l’articolo ti è piaciuto mi aiuteresti molto anche solo cliccando sul cuoricino qui sotto.
Te ne sono grata.
Ciao e alla prossima,
[1] Ho acceduto a questa pagina dell’Ufficio Federale di Statistica il 18.02.2023 ore 06:47.
[2] Mi riferisco a questo rapporto Istat consultato il 18.02.2023 ore 06:30.
[3] Ho acceduto a questa pagina dell’Ufficio Federale di Statistica il 18.02.2023 alle ore 06:38.